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Transizione e movimenti

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Autori Vari
ECOLOGIA SOCIALE E DIRITTTO ALLA CITTÀ

A cura di Federico Venturini, Emet Değirmenci e Inés Morales Bernardos
pp.208 EUR 15,00
ISBN 978-88-95950-77-8

Le città sono sempre più in prima linea nella crisi ambientale e sociale attuale e ne sono, contemporaneamente, causa importante e potenziale soluzione.
In tutto il mondo una nuova ondata di movimenti sociali urbani sta crescendo per combattere lo sfruttamento economico, l'esclusione sociale, le politiche disumane di contrasto all'immigrazione, l'oppressione di genere e la devastazione ecologica. Sono movimenti che, nello stesso tempo, stanno costruendo alternative economiche, sociali e politiche basate sulla solidarietà, l'uguaglianza e la partecipazione.
Questa antologia sviluppa i dibattiti iniziati all'interno del Transnational Institute of Social Ecology (TRISE) sull'urgente necessità di ricostruire le realtà sociali e politiche delle città del nostro mondo. Discute le prospettive dei movimenti urbani radicali, esamina il potenziale rivoluzionario del concetto del diritto alla città ed esamina come il mondo dell'attivismo, quello intellettuale e i movimenti comunitari possono lavorare insieme per un futuro ecologico e solidale.
In una fruttuosa conversazione tra teoria e pratica, questo libro apre nuove strade per ripensare il cambiamento sistemico urbano in modo tale da sfidare l'oppressione e trasformare la maniera in cui le persone lavorano, creano e vivono insieme.

Saggi e contributi di: Ercan Ayboga, Diana Bogado, Dan Chodorkoff, Emet Değirmenci, Eleanor Finley, Magali Fricaudet, Havin Guneser, Metin Guven, Theodoros Karyotis, Noel Manzano, Inés Morales, Brian Morris, Jemma Neville, Egit Pale, Alexandros Schismenos, Marta Solanas Domínguez, Olli Tammilehto, Federico Venturini.

Le ampie bibliografie di riferimento degli autori e delle autrici di questo testo sono liberamente scaricabili qui di seguito:EcologiaSociale_Bibliografia

INDICE

Parte 1 - Alla scoperta dell’ecologia sociale
- L’eredità di Murray Bookchin di Brian Morris
- Ecologia sociale: una filosofia per il futuro di Dan Chodorkoff

- Una critica a Limiti dello sviluppo dal punto di vista 61 dell’ecologia sociale
 di Emet Değirmenci

Parte 2 - Relazionarsi con il diritto alla città
- Il “diritto alla città” è un diritto o una rivoluzione? di Magali Fricaudet

- Oltre il diritto alla città: il commoning urbano in Grecia di Theodoros Karyotis

- Riconcettualizzare il diritto alla città e la giustizia spaziale attraverso l’ecologia sociale di Federico Venturini

Parte 3 – La risposta curda: il confederalismo democratico
- L’evoluzione del paradigma curdo di Havin Guneser con Eleanor Finley
- La democratizzazione delle città nel Kurdistan del nord di Ercan Ayboga ed Egit Pale

Parte 4 – Trasformare la teoria sociale
- Abbiamo bisogno di una nuova teoria dello Stato? di Metin Guven
- Democrazia diretta, ecologia sociale e tempo pubblico di Alexandros Schismenos
- Il presente è pregno di un nuovo futuro di Olli Tammilehto

Parte 5 - In cammino con il diritto alla città
- Lo squatting come rivendicazione del diritto alla città di Diana Bogado, Noel Manzano e Marta Solanas Domínguez
- I diritti nascono in piccoli spazi vicini a casa: una storia da Constitution Street di Jemma Neville

Introduzione alla versione italiana di Selva Varengo e Federico Venturini

"La città non è destinata a scomparire. é da millenni una parte cruciale della nostra storia, nonché un fattore rilevante nella formazione della mente umana. Stando così le cose, potremmo mai ignorarla? Ma questo significa che siamo tenuti ad accettarla così com'è – un'entità che peraltro rischia di essere obliterata da un'urbanizzazione incontrollata che minaccia anche le campagne? Oppure possiamo dotarla di un nuovo senso, di una nuova politica, di una nuova direzione, e offrire nuovi ideali di cittadinanza, molti dei quali in larga parte già realizzati nel passato". [Murray Bookchin, Prologo a Dall'urbanizzazione alle città, Elèuthera, Milano 2023]

In un'epoca caratterizzata da profondi cambiamenti climatici, l'esigenza di chiarezza è più che mai cruciale. L'estate del 2023 è stata la più calda mai registrata e, anche secondo altri indicatori (estensione del ghiaccio artico/antartico, temperatura di picco, temperatura degli oceani), la Terra si sta surriscaldando. Questo ha inevitabilmente delle conseguenze disastrose dirette, come l'incremento degli incendi (basta pensare ai drammatici episodi in Nord America e in Grecia) o la mancanza di acqua per l'irrigazione (la Spagna si sta inaridendo sempre di più), con conseguente aumento delle difficoltà nell'approvvigionamento alimentare.

Nel 2009 sono stati definiti i nove Confini Planetari, ovvero quei limiti entro i quali l'umanità può continuare a svilupparsi e a prosperare in sicurezza. Nel 2023 tutti questi confini planetari sono stati finalmente valutati (Richardson et al. 2023): sei confini (perdita della biodiversità, inquinamento da sostanze chimiche, cambiamento climatico, utilizzo delle acque dolci, modifica del sistema agrario, ciclo dell'azoto e del fosforo) sono stati superati e la pressione sta aumentando sugli altri tre (riduzione dell'ozono presente nella stratosfera, acidificazione degli oceani, rilascio di aerosol nell'atmosfera).

Sembra quasi assurdo che, di fronte a questi dati e a situazioni che possiamo vedere anche con i nostri occhi, discorsi qualunquisti o negazionisti della crisi climatica continuino purtroppo ad essere diffusi. é necessario contrastarli con informazioni accurate e approfondite ma dobbiamo anche capire come agire.

L'esistenza e la diffusione di movimenti come Fridays For Future ed Extinction Rebellion svolgono un ruolo cruciale nella sensibilizzazione sull'urgenza della crisi ambientale. Bisogna certamente supportare esperienze come queste cercando però anche di impegnarsi ad arricchire le loro analisi e le loro visioni che risultano talvolta limitate solo alla mera richiesta di difesa ambientale. In questo senso l'approccio dell'ecologia sociale risulta fondamentale per mettere in luce come le crisi sociali e le crisi ambientali siano strettamente interconnesse e indissolubilmente legate tra di loro. Non può esservi infatti giustizia climatica ed ecologica senza che vi sia nello stesso tempo giustizia sociale. Rendersi conto di ciò implica la necessità di sviluppare pensieri e pratiche radicali di trasformazione sociale che possano sovvertire le attuali strutture politiche, economiche, istituzionali per costruire nuove esperienze trasformative. Richiede inoltre lo sviluppo di nuove sensibilità e nuove visioni che riescano a porre fine una volta per tutte alla visione gerarchica che sta alla base di ogni forma di oppressione e sfruttamento dei corpi, umani e non, e dell'ecosistema intero.

In questo solco la traduzione di questo testo in italiano è un passo importante e necessario perché contribuisce a colmare un vuoto nella letteratura in italiano sull'ecologia sociale e sul diritto alla città, fornendo alle lettrici e ai lettori nuove prospettive su questioni cruciali e aiutando a diffondere una comprensione più completa dei legami tra società e natura in un'epoca di grandi cambiamenti globali.

Pubblicato per la prima volta in inglese nel 2019, il presente volume riempie anche una lacuna nel panorama delle pubblicazioni sull'ecologia sociale, campo ancora poco esplorato in Italia al di fuori dei testi su e di Murray Bookchin (1921-2006), il fondatore di questa corrente di pensiero. Il valore di questa traduzione risiede quindi sia nell'introduzione ad alcuni dei concetti chiave dell'ecologia sociale, sia nell'approfondimento di tematiche e problematiche tremendamente attuali. In questo percorso il recupero del concetto di diritto alla città, ancora così poco conosciuto in Italia, può risultare uno strumento interessante specialmente ora che sempre più la popolazione mondiale vive in spazi urbani.

Il sociologo e filosofo francese Henri Lefebvre ne parla in una delle sue opere più significative, Le droit à la ville, edito nella primavera del 1968 in un periodo di grande urbanizzazione e partecipazione civile. Con Ôil diritto alla città' Lefebvre intendeva affermare la possibilità di poter vivere pienamente la città, sia accedendo alle sue risorse sia partecipando in modo diretto alle decisioni. In tal senso il diritto alla città si configura come riappropriazione della capacità creativa e progettuale di tutti coloro che abitano e attraversano lo spazio urbano.

Reclamare il diritto alla città significa quindi riappropriarsi dello spazio e del tempo in base alle esigenze di chi quello spazio e quel tempo lo vive effettivamente, contrastando chi invece lo sfrutta attraverso la valorizzazione economica. Il diritto alla città può così porre le basi per un ripensamento politico della gestione e dell'organizzazione cittadina, particolarmente significativo oggi che viviamo in un pianeta urbanizzato. Reclamare il diritto alla città sottintende l'idea che essa possa costituire un luogo di emancipazione e creazione di nuove forme di socialità.

Il rischio però che tale visione venga recuperata dal sistema attuale è elevato, non a caso negli ultimi decenni il riferimento al diritto alla città è stato inserito in diversi contesti istituzionali governativi come la Carta Europea dei diritti umani nella città, una tappa che può essere considerata importante ma che non è sicuramente sufficiente. Ciò che è necessario è un ripensamento reale e radicale del sistema politico economico attuale e in questo può aiutarci anche la rivendicazione dell'appropriazione della città, in senso ideale e reale.

Diritto alla città quindi inteso come partecipazione diretta ai processi decisionali che la riguardano, senza intermediari, politici di professione o istituzioni centralizzate, rivoluzionando così le relazioni sociali, politiche ed economiche. E diritto alla città come riappropriazione di spazi e luoghi oggi privatizzati o soggetti a consumo e sfruttamento economico.

In gioco è il nostro futuro e se non vogliamo cedere all'ansia generalizzata o rifugiarci egoisticamente in piccole isole felici destinate a implodere su se stesse, potrebbe essere un buon tentativo quello di riprendere la sfida immaginativa e cercare altri modi di vivere in socialità. La strada ovviamente non è già segnata, le ipotesi sono molte e diverse e in questo senso la ricchezza del volume che avete tra le mani – di cui ovviamente chi introduce il libro non condivide tutto ciò che vi è al suo interno – è quella di offrire molteplici interpretazioni e differenti modalità di approcciarsi al grande tema del vivere insieme tra viventi tra loro diversi nella condivisa consapevolezza che un altro modo di abitare lo spazio urbano non è solo possibile ma necessario.

Nell'ottica di una trasformazione del presente per un futuro equo e realmente sostenibile, ripensare ciò che avviene nelle nostre città, nella vita di tutti i giorni nei nostri quartieri non è sufficiente. Obiettivo è costruire colture di resistenza che sappiano dialogare con cittadini e popolazione locale nel trasmettere messaggi e pratiche basati su cooperazione, empatia e mutuo supporto con il proposito di costruire alternative agli attuali sistemi di dominio. In un'epoca dove il futuro sembra sempre più cupo è fondamentale interrogarsi e capire quali possano essere le azioni più efficaci per i necessari cambiamenti individuali e sociali da cui possano germogliare strutture di contropotere ed esperienze genuinamente rivoluzionarie. L'attuale pubblicazione può essere vista come una raccolta di esperienze e visioni, una sorta di scatola degli attrezzi che possa aiutare ad ispirare nuovi cammini.

Scarica qui l'introduzione in formato .pdf.

[Gennaio 2024]

Segnalazioni e recensioni
Intervento di Federico Venturini a Radio Onda d'urto

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